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I Rimedi Omeopatici

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Curarsi con l' Omeopatia:: Omeopatia come moda:::

Non essendo noi medici, consigliamo sempre di rivolgersi in prima battuta a uno specialista! ( decliniamo ogni responsabilità su quanto riportato, essendo esso solo frutto di nostre ricerche personali.

I RIMEDI OMEOPATICI

Il rimedio omeopatico si presenta più comunemente sotto forma di granuli di lattosio che vanno disciolti a livello sub-linguale e assunti circa due ore lontano dai pasti. Le dosi, a discrezione del medico, possono essere ripetute utilizzando, a tal fine, la confezione in tubo-granuli, oppure può trattarsi di somministrazioni uniche avvalendosi, in questo caso, della confezione in tubo-dose. Più raramente si usano le sostanze in forma liquida. I numeri che sono presenti sulle confezioni dei medicamenti si riferiscono al numero di diluizioni a cui la sostanza è stata sottoposta; mentre le lettere che seguono i numeri si riferiscono al tipo di diluizione: CH (Centesimale Hahnnemaniana) K (Korsakoviana) LM (Cinquantamillesimale).

 

 

 Omeopatia e rimedi Omeopatici

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Il rimedio omeopatico viene solitamente preparato a partire dall'estratto alcoolico ( tintura madre) della sostanza di base.

Esso viene sottoposto ad una diluizione progressiva; per cui, superato un certo livello (dodicesima diluizione centesimale), non rimane più alcuna traccia della sostanza di partenza. Oltre la dodicesima diluizione centesimale viene infatti superato il cosiddetto numero di Avogradro (10-23) . Dopo ogni diluizione il rimedio viene sottoposto ad una secondo procedimento detto di succussione o dinamizzazione che consiste in una agitazione vigorosa della sostanza.

Rimedi omeopatici disponibili sono circa 3.000, tuttavia il numero dei possibili farmaci è praticamente infinito poiché qualsiasi sostanza può essere sperimentata ed usata come rimedio omeopatico.

La maggior parte della conoscenza delle caratteristiche dei rimedi deriva dalla sperimentazione sull'uomo sano (Prooving), tuttavia molte sostanze sono entrate a far parte del bagaglio culturale del medico omeopata in seguito ad esperienze cliniche o ad osservazioni tossicologiche. Le sostanze da cui deriva il Rimedio omeopatico possono essere di natura animale, vegetale, chimica.



Origine animale
a) animali interi vivi (Apis, Formica rufa...), secchi (Cantharis, Coccus cacti...). La tintura madre animale deve corrispondere a 20 volte il peso della sostanza animale utilizzata;
b) prodotti fisiologici derivati da vari animali (veleno di rettili o anfibi, secrezioni di alcuni molluschi (Lachesis, Bufo, Sepia...) Tali secrezioni rappresentano la base di partenza per la preparazione del farmaco;
c) organi animali: si ottengono per spremitura, liofilizzazione dell'organo fresco prelevato da animali sani;
d) nosodi e bioterapici: sostanze ricavate da tessuti animali malati. I Bioterapici possono essere complessi (secrezioni o escrezioni patologiche come Medorrinum, Psorinum, Luesinum), semplici (partendo da culture microbiche pure: Colibacillinum, Enterococcinum, Stafilococcinum), allopatici (partendo da sieri, vaccini, tossine, anatossine...).

Origine vegetale
L'omeopatia fa uso di un gran numero di piante tanto che essa viene spesso confusa con l'erboristeria, le cui preparazioni ed applicazioni sono invece nettamente diverse e molto più vicine al concetto allopatico di malattia.
L'omeopatia utilizza per le sue preparazioni piante selvatiche fresche, ovvero raccolte nel loro habitat naturale in un momento particolare che varia, a seconda della specie, e che coincide comunque con il periodo di maggior ricchezza di principi attivi.
Nei paesi del mondo in cui l'omeopatia è ufficialmente riconosciuta esistono minuziose farmacopee omeopatiche ove è esattamente codificato il periodo, il clima, il terreno, l'altitudine etc… nel quale la pianta che rappresenterà la materia prima di partenza del farmaco deve essere raccolta.
Solitamente il Rimedio omeopatico si prepara partendo dalla tintura madre (T.M.) ottenuta direttamente dalla pianta fresca in toto. Solo in alcuni casi particolari sarà indicata l'utilizzazione di singole parti della pianta o si ricorrerà a piante secche o coltivate appositamente.

Origine chimica
a) elementi chimici semplici (metalli, metalloidi);
b) complessi chimici di origine naturale (minerali, petrolio...);
c) composti chimici particolari frutto della ricerca omeopatica e definiti dal metodo di preparazione (Hepar sulfur, Causticum...);
d) composti chimici allopatici (vitamine, ormoni, antibiotici...).

 

La preparazione dei rimedi omeopatici

La domanda sorge spontanea, che cosa è un rimedio Omeopatico? Il rimedio omeopatico è qualsiasi sostanza presente in natura di origine animale, vegetale, minerale, oppure proveniente dagli escreti o secreti animali (in tal caso è detta nosodo), che:

1) possiede una patogenesi è cioè in grado di dare una serie di sintomi se somministrata ad un soggetto sano

2) sia stata preparata secondo le tecniche farmaceutiche omeopatiche, ovvero secondo criteri di diluizione e dinamizzazione hahnemanniani o korsakoviani

3) viene somministrata al malato secondo i principi di similitudine.

La medicina omeopatica è un metodo preciso sia nella fase sperimentale che in quella clinica.
I rimedi omeopatici, contenuti in tubetti di vetro o capsule di gelatina, si presentano come:

Granuli: palline di saccarosio di circa 3,5 mm di diametro, impregnate con la dinamizzazione indicata sull'etichetta di solito i granuli sono impregnati con dinamizzazioni dette "basse" e cioè dalla 1D o 1X alla 3D (3X) o 4D (4X) (diluizioni decimali) oppure dalla 4CH alla 30CH (diluizioni centesimali hahnemanniane) oppure dalla 4K alla 35K (diluizioni centesimali korsakoviane).

Globuli: palline di saccarosio di circa 1,5 mm di diametro, impregnate con la dinamizzazione indicata sull'etichetta i globuli generalmente sono impregnati con le dinamizzazioni dette "alte", e cioè dalla 200K alla CMK (diluizioni centesimali korsakoviane), oppure dalla 6LM alla 60LM (diluizioni cinquantamillesimali).

 

Le materie prime da cui si parte per la preparazione del rimedio omeopatico possono essere di origine animale, vegetale, o minerale; questa origine naturale e i processi di attivazione non chimici rendono questi farmaci privi di effetti collaterali e non suscettibili di provocare assuefazione. Si tratta comunque sempre di sostanze medicinali a tutti gli effetti; devono pertanto essere assunte solo se prescritte dal medico e mai di propria iniziativa e la loro preparazione deve seguire procedimenti ben codificati, che ne garantiscano l'assenza di tossicità e ne preservino l'efficacia

Il farmaco omeopatico non agisce inibendo, contrastando, sostituendo, con lo scopo di bloccare il sintomo, ma attraverso una stimolazione del soggetto, cerca di ristabilire le condizioni di equilibrio psicobioenergetico precedenti lo stato morboso. Il rimedio somministrato secondo la legge dei simili prevede che esso riproduca, nel soggetto sano, la stessa sintomatologia riferita dal malato e la correttezza della somministrazione è confermata dall'iniziale e fugace peggioramento dei sintomi cui segue, a distanza di breve tempo, un netto miglioramento.

Il farmaco omeopatico viene prodotto in forma diluita e dinamizzata ed è commercializzato in diverse forme; le più comuni sono quella liquida, quella granulare e quella globulare e vengono generalmente assunte per bocca, poiché l'assorbimento sub linguale è più rapido ed efficace. E' importante ricordare che, durante il trattamento omeopatico, è indispensabile seguire alcune semplici regole:

- assunzione del farmaco lontano dai pasti
- astensione dal fumo

- astensione dal consumo di menta e dall'utilizzo di dentifrici che la contengano

- consumo contenuto di tè, caffè

Durante la terapia, inoltre, è bene non usare rimedi allopatici senza il parere del medico e conservare quelli omeopatici lontano dall'umidità e dalla luce.

 

La tintura madre

La base da cui si parte è la cosiddetta tintura madre (TM), che risulta dalla macerazione i alcol della sostanza originale. Per i vegetali si usa in genere la pianta intera, fresca, raccolta in ambiente selvatico o coltivata seguendo precise regole e nel momento di massimo sviluppo vegetativo. Talora vengono invece utilizzate solo alcune parti, come radici, corteccia, fiori o semi. In ogni caso la pianta o la sua parte deve essere lavorata entro le 48 ore dalla raccolta per produrre la tintura madre.

 

Diluizione e dinamizzazione

Una volta che si è approntata la tintura madre, se ne prende una goccia e la si mette in un flacone contenente 99 gocce di alcol; si ha così una diluizione 1/100 e il liquido va ora dinamizzato, cioè si scuote il flacone verticalmente per un determinato numero di volte. Con questo procedimento ottiene la prima diluizione centesimale hahnemanniana, che viene abbreviata con 1 CH.

Il passo successivo si ottiene prendendo una goccia del liquido così ottenuto, mettendola in un flacone con 99 gocce di alcol e ripetendo la dinamizzazione: si giunge così alla 2 CH.

Si può poi procedere di questo passo fino a diluizioni molto elevate. Quando, ad esempio, si parla di Pulsatilla 1000 CH, significa che questi passaggi sono stati effettuati per 1000 volte; si tenga comunque presente che dopo la 12 CH non “esiste” più la sostanza di partenza nella diluizione ottenuta, ma permane invece un'immagine energetica di quella sostanza sulle molecole di alcol o di acqua che ne hanno consentito la diluizione.

Per quanto riguarda le sostanze minerali, il procedimento è solo lievemente diverso, in quanto, prima di poter usare una diluizione liquida, bisogna procedere a una triturazione con delle sostanze inerti; nel caso, per esempio, di Arsenicum album, si attua una progressiva triturazione fino alla 3 CH; successivamente si procede a sciogliere in alcol la solita percentuale di una parte su 100, proseguendo nello stesso modo spiegato per le sostanze di origine vegetale.

 

 

I rimedi sono messi in commercio soprattutto sotto forma di granuli o gocce. I granuli sono ottenuti utilizzando dei granuletti di lattosio e versandovi sopra, fino al completo assorbimento, la diluizione che interessa; le gocce sono preparate invece utilizzando tale e quale la diluizione già approntata.

 

I granuli si presentano confezionati in tubi di circa 4 grammi; vengono assunti in numero di 2/5, utilizzando il cappuccio dei contenitori che consente di collocarli in bocca senza toccarli con le dita.

I globuli si presentano invece in tubi-dose che ne contengono circa 200; il loro contenuto va generalmente assunto in un'unica somministrazione.

L'assorbimento di entrambi avviene per via perlinguale: pertanto sia i globuli che i granuli vanno posti sotto la lingua e lasciati sciogliere senza masticarli.

Al fine di sfruttare al meglio l'azione del prodotto è consigliabile rispettare alcuni semplici accorgimenti:
• assumere il rimedio lontano dai pasti o da sapori forti (almeno un’ora prima o due ore dopo);
• limitare l'uso di sostanze nervine (tè, caffé, fumo di sigaretta);
• non toccare i granuli con le mani: il calore od il sudore delle dita, infatti, potrebbe provocare il discioglimento di una loro parte, e ridurre così la quantità di medicamento assunto.

Per i bambini che non sono capaci di succhiare i granuli, questi vengono di norma diluiti in acqua.

 

Durante la cura sarebbe preferibile utilizzare il dentifricio omeopatico: alcune sostanze, infatti, contenute nei comuni dentifrici, come salolo o mentolo, possono antidotare l’efficacia della cura omeopatica.


In presenza del ciclo mestruale è sempre meglio sospendere la terapia omeopatica, salvo diversa indicazione.

 

E' consigliabile, infine, tenere i rimedi lontano da odori forti e fonti di calore, luce intensa ed eccessiva umidità: in tali condizioni la loro efficacia si mantiene anche oltre la data di scadenza indicata.

 

E’ noto che i farmaci omeopatici subiscono, durante la loro preparazione, una serie progressiva di diluizioni per cui della sostanza di partenza non resta più traccia.

Questo ha comportato nella storia dell’Omeopatia dubbi intorno alla sua reale efficacia. Come può, infatti, una soluzione che non conserva più molecole della sostanza di partenza avere effetti sull’organismo? Questo è stato per molto tempo il nodo fondamentale dell’Omeopatia.

Oggi, tuttavia, rigorosi studi clinici randomizzati, a doppio cieco, hanno mostrato differenze significative tra il farmaco omeopatico e il placebo.

Le ipotesi più accreditate da parte di alcuni gruppi di scienziati parlano di un probabile effetto biofisico di queste sostanze e non biochimico. In particolare il procedimento di progressiva diluizione e successiva succussione del farmaco permetterebbe alle molecole dell’acqua di trattenere la "memoria" della sostanza di partenza.

Oltre agli studi clinici rigorose ricerche in campo biologico hanno mostrato l’effetto indiscusso del farmaco omeopatico.

 

  


Note importanti : Le metodologie di preparazione del rimedio Omeopatico, al contrario di quanto si e' portati a pensare, non sono standard ovvero NON sono uguali per tutte le aziende Farmaceutiche Omeopatiche. Cio' dipende dal fatto che in Italia NON esiste ad oggi una legge che regolamenti la produzione . Il Ministero della Sanità italiano, recependo le direttive CEE, ha ufficialmente riconosciuto i rimedi omeopatici come medicinali a tutti gli effetti, riconoscendo implicitamente la metodologia che ne è sottesa. Come tali sono sottoposti ai procedimenti di registrazione necessari all'inserimento nella Farmacopea Ufficiale Italiana. Le spese relative ai rimedi omeopatici come pure alle visite mediche omeopatiche sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi.