Testimonianze di guarigioni è la sezione del sito che raccoglie
testimonianze di coloro che sono guariti da lievi o gravi malattie. In questo
caso vengono raccolte alcune testimonianze di guarigione dall' autismo.(
per noi sono vere e importanti per dare speranza a chi
si trova nella stessa situazione, ma non ci assumiamo la responsabilità di
quanto da altri affermato).
Le testimonianze di guarigione riguardano le più svariate terapie e le più
diverse cure che sono risultate efficaci nei confronti di diverse malattie.
Saranno le stesse persone guarite, o chi per loro, a raccontare la loro
esperienza di guarigione: non interessa quindi, se si è raggiunta la
guarigione grazie alla medicina "ufficiale" o grazie alla medicina
"alternativa" ma piuttosto la testimonianza concreta di quali sostanze
naturali, medicine, letture, preghiere, meditazione, e terapie varie in
genere, abbiano portato alla guarigione da una malattia, anche grave, o
abbiano risolto fastidi e problemi anche di lieve entità.
Testimonianze di guarigione: ( condividete con noi la vostra testimonianza di guarigione: email )
Ecco una testimonianza di miglioramento e guarigione dall' autismo
Vorrei che fossero un modo per dare speranza a chi si appresta a lottare
per guarire dal cancro e da altre forme di gravi malattie.
Vorrei anche ribadire il mio pensiero a riguardo: per poter guarire è
necessario crederci fortemente.
La miglior medicina per il nostro corpo la troviamo dentro di noi. E' la
nostra anima e la nostra mente il nostro migliore medico, non fosse
altro perchè ci conosce meglio di chiunque altra persona. Ma questa parte la
inserirò in una apposita sezione del sito.
AUTISMO: SULLA VIA DELLA GUARIGIONE
Irene, è una bimba di 10 anni: fin dai primissimi anni di vita, è sempre stata leggermente in ritardo rispetto ai coetanei, ma i genitori hanno cominciato a preoccuparsi solo quando verso i 20 mesi la piccola ha avuto difficoltà di linguaggio e comunicazione: diceva qualche parolina, ma non ne imparava di nuove, così qualche mese dopo viene visitata da un esperto in neuropsichiatria infantile che le riscontra un leggero ritardo psicomotorio e propone come terapia la psicomotricità.
Irene compie 3 anni e viene iscritta alla scuola materna, ma nonostante non manifesti gravi difficoltà d’apprendimento, non riesce ad integrarsi e le insegnati non riescono a seguirla; si rende così necessaria una insegnante di sostegno, ma le cose non migliorano, anzi. La piccola risponde con un atteggiamento di totale chiusura verso ogni cosa, non è interessata al mondo esterno, ha crisi di rabbia e si butta spesso per terra. Aumentano anche le stereotipie e i genitori la portano da neuropsichiatri, logopedisti, le fanno fare visite, esami, analisi, ma nessuno sa dire come mai la piccola non dia segni di miglioramento.
Nel 2006, una zia di Irene, mostra ai genitori un ritaglio di giornale in cui una mamma raccontava di aver curato suo figlio perché era intossicato dai metalli pesanti e si fa strada l’ipotesi che Irene soffra di autismo; i genitori fanno ricerche riguardo il DAN!, la dieta, Montinari, Borghese, l’ ABA: cercano insomma eventuali possibili terapie; spiegano ai neuropsichiatri che secondo loro, Irene ha molti sintomi classici dell’autismo, ma viene risposto loro che in questi casi non si parla di autismo ma di “Disturbo pervasivo dello sviluppo”, e smonta le terapie indicate dai genitori; che però decidono di fare di testa loro: Irene ora ha 5 anni, il linguaggio è ancora praticamente assente, ci sono miglioramenti sull’aspetto motorio, però è ancora scoordinata e per il resto non ci sono progressi sostanziali. Si tenta così la dieta SGSC (senza glutine e caseina): la bimba risponde subito bene, è più calma e impara a fare nuovi suoni e a imitare i versi di animali.
I
genitori cercano allora un medico DAN e lo trovano partecipando al corso di
introduzione all’organizzazione neurologica agli Istituti Fay: incontrano il
dottor M. che dopo una valutazione della situazione di Irene, le prepara un
percorso da svolgere a casa. Si tratta di un programma completo che lavora sul
cognitivo, sulla stimolazione sensoriale, sui riflessi primitivi e sulla
organizzazione neurologica in generale. Il dottor M. li segue anche per
l’aspetto biomedico: Irene non risulta intossicata dai metalli pesanti, e
l’attenzione è più puntata sull’aspetto metabolico ed il ciclo di Krebs dove
c’è qualcosa che non funziona a dovere.
Qui ha inizio una nuova storia, subito c'è uno sblocco importante, quello del
linguaggio, le parole aumentano ad una velocità impressionante, poi iniziano
le frasi e poco dopo parla correttamente con un vasto vocabolario. Per il
resto si verifica un lento ma costante miglioramento su tutti gli aspetti:
cognitivo, comportamentale, di attenzione, di presenza.
Si posticipa di un anno l’ingresso alla scuola elementare e l’ultimo anno della materna è positivo, migliora anche nell’aspetto più problematico che è quello della relazione con i coetanei. Anche La dieta viene modificata ulteriormente: via gli zuccheri e i lieviti. In seguito ai risultati del bioscreening per le intolleranze alimentari, vengono eliminati diversi alimenti come pomodori, patate, melanzane, cioccolato, peperoni ed altri minori: il risultato? sparisce la pancia gonfia!
La piccola è sottoposta ad un ciclo di AIT, un il sistema uditivo per migliorare l’udito, il linguaggio, l’apprendimento il comportamento e ridurre l’ipersensibilità uditiva attraverso una musica modulata dall’ Audiokinetron. Irene continua il suo percorso ed i suoi progressi sono concentrati sulla sua presenza e la voglia e la capacità di comunicare in modo adeguato. Inizia la scuola elementare, con il programma del dottor M. parte avvantaggiata, sa già leggere e grazie al Kumon conosce già una buona parte del programma di matematica. Sul cognitivo non ha problemi, segue il programma come gli altri, con risultati pari ai compagni, le maestre sono molto contente anche perché fa progressi continui e si relazione con gli altri bambini.
Inizia a vivere dei momenti di normalità, anche se certo non tutto si è risolto, manca ancora di autonomia, per farla lavorare c’è bisogno di una persona che la inviti a fare le cose, si distrae facilmente, sono presenti alcune stereotipie, ha ancora qualche problema di velocità di scrittura legata alle difficoltà di manualità fine. Insomma, ha ancora una lunga strada da percorrere, ma ogni giorno cresce ed impara qualcosa di nuovo.